Il Cardinale Carlo Maria Martini è stato un instancabile maestro della lectio divina, rendendola accessibile e centrale per la vita spirituale di molti, inclusi i giovani, attraverso la sua "Scuola della Parola" a Milano. Il suo approccio alla lectio divina non era puramente teorico, ma profondamente pratico e pastorale, mirando a rendere la Parola di Dio una realtà viva nella vita quotidiana.
Il metodo della lectio divina secondo il Cardinale Martini si articola in gradini successivi, spesso riassunti in quattro momenti fondamentali, a volte estesi a sette per una maggiore utilità:
I quattro gradini fondamentali:
1. Lectio (Lettura): Questo è il primo passo e consiste nel leggere e rileggere attentamente il testo biblico. L'obiettivo è far emergere gli elementi più significativi, i punti chiave, i verbi, le azioni, i soggetti, i sentimenti espressi e la "parola-chiave". Martini suggeriva di leggere con una penna in mano per sottolineare e annotare, stimolando l'attenzione e permettendo al brano di apparire nuovo anche se già conosciuto. Questo momento può richiedere tempo e implica anche collocare il racconto nel suo contesto più ampio (brani vicini, libro intero, intera Bibbia) per comprenderne il significato profondo.
2. Meditatio (Meditazione): Dopo la lettura attenta, si passa alla meditazione. Questo gradino presuppone che il testo sia stato "masticato" e assimilato. Si entra in un dialogo personale con la Parola di Dio, ponendosi domande come: "Cosa mi dici attraverso questo testo?", "Quale atteggiamento mi suggerisci?", "Da quale atteggiamento mi metti in guardia?", "Quale mistero di Dio mi riveli?", "Quale profondità del cuore umano scopri?". È un momento di riflessione profonda e di applicazione del testo alla propria vita.
3. Oratio (Preghiera): A un certo punto della meditazione, si inizia a pregare. La preghiera può essere presente fin dall'inizio, ma in questo momento diventa più intensa e diretta, scaturita dalla comprensione e dall'impatto del testo. Si esprime a Dio ciò che si è compreso, le proprie difficoltà, le proprie aspirazioni, le proprie lodi o richieste, in un dialogo intimo e sincero.
4. Contemplatio (Contemplazione): Questo è il culmine della *lectio divina*, un innalzamento dell'anima verso Dio, dove si gusta la dolcezza della sua presenza. La preghiera che nasce dal testo tende a trasformarsi in contemplazione, un'esperienza di unione e di sguardo amoroso su Dio e sul mistero rivelato.
I sette gradini (estensione del metodo):
Martini, per maggiore utilità, estendeva i quattro gradini fondamentali aggiungendone altri tre, che rappresentano una sorta di "discesa" dalla vetta della contemplazione verso l'azione concreta:
5. Consolatio (Consolazione): Il momento in cui si sperimenta la vicinanza e il conforto di Dio, la gioia e la pace che derivano dall'incontro con la Parola.
6. Discretio (Discernimento): La capacità di discernere la volontà di Dio per la propria vita, di distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è, alla luce della Parola ascoltata e meditata.
7. Deliberatio (Deliberazione) e Actio (Azione): Questi ultimi due momenti sono strettamente legati e rappresentano la traduzione concreta dell'esperienza della *lectio divina* in scelte e azioni nella vita quotidiana. L'agire evangelico nasce dalla preghiera evangelica della Scrittura, dimostrando che preghiera e azione non sono realtà contrapposte, ma due momenti di un unico movimento che porta a conformarsi a Cristo.
In sintesi, il metodo di Martini per la *lectio divina* è un percorso dinamico di ascolto, meditazione, preghiera e azione, che mira a trasformare la vita del credente attraverso un incontro profondo e personale con la Parola di Dio. Egli sottolineava l'importanza di un approccio continuo e totale alla Bibbia, spesso affidandosi alla lettura liturgica, per ripercorrere l'intera storia della salvezza e il cammino della Scrittura.